L’attività fisica di tipo aerobico è una medicina! E come tale va prescritta!

L’attività fisica di tipo aerobico è una medicina! E come tale va prescritta!

L’attività fisica di tipo aerobico è una medicina! E come tale va prescritta!

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Per restare in salute, l’attività fisica è indispensabile. Anche per combattere malattie cardiovascolari e cancro!

Gli esperti del Sistema sanitario britannico lo avevano detto: l’esercizio fisico andrebbe prescritto come una medicina, sullo stesso ricettario. Perché il movimento può essere altrettanto efficace di un farmaco per il cancro e le malattie cardiovascolari, ma non sempre viene preso sul serio dai pazienti. Eppure un’attività fisica regolare può allungare la vita anche di quattro anni.

Lo sport agisce sui sistemi metabolici dell’organismo e oggi ci sono dimostrazioni scientifiche del fatto che la pratica sportiva fa bene alla salute. Lo dicono anche i risultati degli studi epidemiologici che, almeno per alcuni tipi di tumore, mostrano un forte legame tra il cancro e la mancanza di esercizio fisico. La speranza è che, col tempo, accada quel che è già è accaduto col cibo: siamo diventati tutti più consapevoli di ciò che mettiamo in tavola. Conosciamo le proprietà benefiche di molti alimenti e cerchiamo di educare i più giovani a una sana alimentazione. Per il movimento e lo sport sarebbe auspicabile che accadesse la stessa cosa: riuscire a diventare “esperti” in tutto ciò che ci aiuta a prevenire le malattie più gravi.

Come agisce?

I ricercatori hanno capito in che modo l’attività fisica agisce su alcuni meccanismi essenziali dell’organismo, come il metabolismo energetico e ormonale, l’infiammazione, il sistema immunitario.

Muoversi aiuta a restare in forma, a mantenere giovane l’apparato muscolo-scheletrico e circolatorio e a perdere peso. Per questo non ci sarebbe bisogno di guardare agli studi scientifici: basta l’esperienza personale. Lo sport e il movimento hanno però altre virtù nascoste, che oggi i ricercatori sono in grado di studiare nel dettaglio e che spiegano anche gli effetti preventivi nei confronti delle malattie cardiovascolari e del cancro.

Innanzitutto è bene distinguere tra due tipi di attività fisica: quella aerobica (che si attiva dopo circa 3-4 minuti di sforzo intenso e si stabilizza dopo 20), in cui il tessuto muscolare utilizza ossigeno per sintetizzare l’ATP, la molecola che fornisce energia al processo; e quella anaerobica, in cui la sintesi di ATP avviene in assenza di ossigeno.

Con l’esercizio anaerobico i muscoli si allenano e si rinforzano, ma non c’è accelerazione del battito cardiaco. È quindi meno efficace in termini di prevenzione delle malattie, in particolare di quelle cardiovascolari.

L’attività aerobica regolare aiuta invece a ridurre l’indice di massa corporea e quindi, in modo indiretto, a prevenire i tumori legati al sovrappeso e all’obesità . L’aumento del flusso di sangue ossigena i tessuti, facilitando anche l’arrivo di sostanze antinfiammatorie (l’infiammazione, specie se cronica, favorisce la comparsa di mutazioni nelle cellule e di conseguenza la trasformazione del tessuto sano in tumorale) e l’eliminazione delle sostanze tossiche accumulate. Questo processo avviene anche nel polmone, che è un organo riccamente vascolarizzato la cui funzione è proprio l’ossigenazione del sangue e l’eliminazione delle sostanze di scarto.

Muoversi accelera il transito intestinale. Più lungo è il tempo in cui le sostanze di scarto dell’alimentazione rimangono in contatto con le mucose di stomaco e intestino e più alto è il rischio che eventuali composti tossici o mutageni danneggino le cellule. L’accelerazione del tempo di transito del cibo nell’apparato gastroenterico è considerata una delle principali ragioni per cui il movimento previene il cancro del colon.

Una pratica sportiva costante e moderatamente intensa riduce, invece, la concentrazione di alcuni ormoni (trai quali gli estrogeni) a cui sono sensibili tumori come quelli dell’utero, del seno e della prostata. Inoltre lo sport aumenta la sensibilità dei tessuti all’insulina e ne diminuisce il rilascio nel sangue, favorendo l’utilizzo immediato degli zuccheri. L’insulina, pur essendo un ormone essenziale per l’organismo, se troppo elevata nel circolo sanguigno stimola in modo eccessivo l’infiammazione e facilita la crescita dei tumori. È proprio per questo che, quando si parla di prevenzione con l’alimentazione, si suggerisce sempre il consumo di alimenti a basso indice glicemico, cioè quelli che aumentano lentamente il livello di insulina nel sangue.

Infine l’attività fisica stimola il sistema immunitario, regolando il numero e l’attività di alcune cellule essenziali, fra cui i macrofagi e i linfociti natural killer, implicati nel cancro.

Movimento e cancro

Non è mai semplice dimostrare che un certo stile di vita apporta davvero dei benefici tangibili in termini di prevenzione delle malattie, perché i fattori confondenti possono essere molti. L’esercizio non fa eccezione. Eppure diversi studi epidemiologici sono riusciti a fornire una prova della sua utilità nei confronti di specifici tumori. Vediamo quali.

Gli effetti dell’attività fisica sul cancro del colon sono quelli più studiati. Disponiamo di più di 50 studi specifici di buona qualità che dimostrano una riduzione del rischio di ammalarsi, proporzionale all’intensità, durata o frequenza della pratica sportiva. Alcuni studi stimano che le persone attive abbiano un rischio di sviluppare questo tipo di tumore inferiore del 30-40 per cento rispetto alle persone sedentarie. I benefici massimi si ottengono con 30-60 minuti di attività fisica intensa (come una corsa ad andatura sostenuta) al giorno, ma anche un impegno minore apporterà benefici in proporzione, purché sia un’attività continuativa e non spezzata nell’arco della giornata. L’effetto protettivo è dimostrato con certezza per il colon, un po’ meno per il cancro del retto. Muoversi riduce la massa corporea (e l’obesità è un fattore di rischio importante per questo tumore), ma anche il tempo di contatto tra le sostanze di scarto e la parete intestinale, riducendo quindi gli effetti tossici e infiammatori.

E il cancro del seno? Anche in questo caso disponiamo di oltre 60 studi eseguiti in tutto il mondo e i risultati sono piuttosto chiari: un’attività fisica frequente e intensa riduce anche il rischio di sviluppare questo tumore. Alcuni studi hanno verificato cosa accade alle donne che dopo la menopausa, nel momento di maggior rischio di ammalarsi, iniziano ad allenarsi, dimostrando che anche in questo caso vi è un beneficio in termini di riduzione del rischio se confrontato con quello delle donne sedentarie. Una mezz’ora di attività intensa giornaliera (come mezz’ora di corsa) sembra sufficiente per attivare i meccanismi protettivi tra i quali la riduzione del peso, degli ormoni circolanti (nelle donne prima della menopausa) e del fattore di crescita insulino simile (IGF-1), migliorando così anche l’attività del sistema immunitario.

Gli studi sul cancro dell’endometrio, sebbene meno numerosi, dimostrano anch’essi una riduzione di questo tumore del 20-40 per cento, proporzionale all’intensità e frequenza dell’impegno fisico. I benefici sono presenti in tutte le età. I meccanismi protettivi principali dipendono dalla riduzione del peso e dalla conseguente diminuzione degli ormoni femminili in circolo.

Alcune ricerche si sono concentrate sul cancro del polmone. In questo caso sembra che l’attività sportiva riduca del 20 per cento circa il rischio di ammalarsi, ma non è in grado di contrastare gli effetti negativi del fumo, specialmente nelle donne.

Infine vi sono numerosi studi sul cancro della prostata che non sono però riusciti a dimostrare una riduzione significativa del rischio, benché i ricercatori ipotizzino che gli effetti positivi ci possano essere, perché si tratta di un cancro sensibile agli ormoni, che vengono ridotti dalla pratica sportiva. Sono però necessarie ulteriori ricerche per confermarlo, anche se uno studio del 2005 ha dimostrato un rallentamento della progressione della malattia in uomini che, pur malati, praticano un’attività sportiva regolare.



Competenza e esperienza nella diagnosi cardiologica elettrocardiografica ed ecocardiografica.

Riconoscimento di cardiopatia ischemica cronica;
aritmie cardiache, ipertensione arteriosa e cardiomiopatie.



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Dott. Luca Paolini



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