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Riflessioni, notizie, suggerimenti che più mi sono "a cuore" per il nostro cuore
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Il soffio cardiaco, così come il termine stesso suggerisce, è un “rumore” che si può apprezzare attraverso l’auscultazione del torace di un bambino durante una visita medica.  Il Soffio di per sé, non è una malattia ma un semplice rumore che può essere più o meno espressione di una patologia cardiaca.

1 Che cos’è il soffio cardiaco?

2 Come si riconosce un soffio?

3 Che differenza c’è tra soffio innocente e soffio patologico

4 Come comportarsi quando viene sospettato un soffio?

5 Cosa fare in presenza di un soffio patologico

6 Conclusioni

Che cos’è il soffio cardiaco?

In condizioni normali il cuore produce solo suoni detti toni cardiaci che sono provocati dalla chiusura delle valvole.
Il “soffio cardiaco” è invece un rumore che viene prodotto dal flusso turbolento del sangue attraverso le valvole, all’interno delle camere cardiache o nelle strutture vascolari maggiori poste in prossimità del cuore stesso.
Un soffio si definisce “patologico” quando è espressione di una malattia cardiaca congenita o acquisita. In assenza di alcuna patologia obiettivabile, il soffio, verosimilmente prodotto da un’elevata velocità di transito del sangue all’interno del cuore e delle valvole, è una condizione fisiologica e viene definito “innocente”.
Come si riconosce un soffio?

Il riconoscimento di un soffio è possibile mediante l’auscultazione cardiaca, che rappresenta uno dei momenti fondamentali e centrali di una visita cardiologica. Mediante l’ausilio di uno specifico strumento, definito fonendoscopio, ci consente di ascoltare il torace, posizionandolo su 5 specifiche aree, ognuna delle quali corrisponde ad una zona del cuore, definite focolai cardiaci.

Che differenza c’è tra soffio innocente e soffio patologico?

Un medico esperto, specialmente un cardiologo pediatra, è in grado di identificare durante la visita un soffio e soprattutto di distinguerne la natura sulla base di alcune caratteristiche:

Fase del ciclo cardiaco (sistole, ovvero la fase in cui il cuore si contra o diastole, in cui si rilassa);

Intensità (da1/6 °molto debole a 6/6° estremamente intenso);

Sede di identificazione ed irradiazione;

Sonorità e tonalità (dolce, aspro, rullio…);

Modificazioni nel tempo (spontanee, correlate al respiro o alla frequenza cardiaca, alla posizione del paziente).

Il soffio innocente si riscontra con elevata incidenza (60-70 % dei bambini sani) in assenza di cause oggettivabili poiché in condizioni di normalità la parete toracica dei bambini è sottile e permette di ascoltare anche minime turbolenze del sangue.
Ha delle caratteristiche peculiari: si avverte solo nella sistole, ha una sonorità dolce e musicale, ha una debole intensità, è tendenzialmente ubiquitario (udibile su tutti i punti standard di ascoltazione) e varia con le fasi della respirazione e con la posizione.
Alcune condizioni, quali stato febbrile, iperfunzione della tiroide (ipertiroidismo) e gravidanza , a causa dell’aumentata velocità del sangue, consentono più facilmente di ascoltare un soffio fisiologico, al punto da essere talvolta il momento del primo riscontro.

Il Soffio patologico, invece, è sempre espressione di una anomalia cardiaca anatomica e/o funzionale.
Le cause più frequenti sono:

Cattivo funzionamento delle valvole cardiache (valvole più “strette” del normale o che non si chiudono perfettamente come ad esempio la stenosi valvolare aortica, la stenosi valvolare polmonare, l’insufficienza mitralica …);

Discontinuità della parete (setto) che divide le cavità ventricolare sinistre da quella destre del cuore (Difetto interventricolare);

Persistenza di strutture anatomiche presenti durante la vita fetale (Dotto arterioso pervio);

Cardiopatie congenite complesse;

Generalmente questi soffi sono di intensità maggiore rispetto ai soffi innocenti ed hanno delle caratteristiche specifiche che permettono di individuarli e di sospettarne l’eziologia quali il preciso focolaio di ascoltazione, la sede di estensione e la caratteristica sonora.
Come comportarsi quando viene sospettato un soffio?

Qualora il medico non specialista ascolti un soffio e sia in dubbio sulla sua natura, prima di allarmare il paziente o il genitore, sarà opportuno che prescriva una visita cardiologica con elettrocardiogramma che, nella maggior parte dei casi, permette di dirimere ogni dubbio.
Solo se il cardiologo lo riterrà opportuno, si eseguirà un ecocardiogramma, che, permettendo di visualizzare dettagliatamente l’anatomia cardiaca, consentirà di stabilire la corretta diagnosi.

Una volta appurata l’innocenza del soffio e quindi la sua natura fisiologica, il cardiologo dovrà necessariamente fare attenzione alle parole con cui comunica la diagnosi al paziente/genitore.
La sola parola “soffio “evoca nell’immaginario collettivo l’idea di malattia per cui è doveroso che si parli di semplice “suono” o “rumore “.

Allo stesso modo occorre sottolineare, durante il counseling con il paziente/ genitore, che un suono innocente non necessita di ulteriori controlli cardiologici ed ecocardiografici nel tempo.
Differente è il discorso circa il soffio patologico. Esso è sempre la manifestazione clinica di una malformazione del cuore che va seguita nel tempo con controlli più o meno frequenti e che talvolta necessita di un una terapia medica, emodinamica e/o chirurgica.
Cosa fare in presenza di un soffio patologico?

La conferma di un soffio patologico richiede la necessità di ulteriori accertamenti, con un percorso diagnostico – terapeutico personalizzato. Non è possibile pertanto avere un comportamento univoco in presenza di un soffio patologico.
L’anomalia cardiaca riscontrata ,l’età del paziente e soprattutto la gravità del quadro clinico sono i fattori che influenzeranno un eventuale trattamento ed una conseguente variazione dello stile di vita o sospensione dell’attività sportiva.
Conclusioni

Avere un soffio cardiaco non significa avere necessariamente una malattia cardiaca;

Il “suono” innocente è una condizione fisiologica, estremamente frequente nei bambini e non necessità di ulteriori controlli cardiaci durante le varie fasi crescita perché si parla di un cuore SANO;

Il soffio patologico è sempre dovuto ad una malattia cardiaca, necessità di una visita specialistica e di ulteriori esami diagnostici (ecocardiogramma);

In presenza di un soffio patologico, il follow up ed un eventuale trattamento dipenderanno dal tipo di problema riscontrato;

La presenza di un soffio patologico non sempre impone una variazione dello stile di vita.


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Il dolore toracico

 

Il dolore toracico rappresenta il sintomo cardiologico per eccellenza e può riconoscere cause cardiache e non. Scopriamo insieme quali sono le caratteristiche, i segni e gli esami per una corretta diagnosi.

È in assoluto il sintomo più lamentato dai pazienti e rappresenta la causa più frequente di accesso in pronto soccorso dei pazienti cardiologici. Per questo motivo è un segnale di difficile interpretazione e l’attenta valutazione di segni che lo accompagnano insieme alle sue caratteristiche devono guidare il medico alla corretta diagnosi.

Ma perché il dolore toracico è così difficile da interpretare? Il problema principale è che questo sintomo non è espressione solo della patologia cardiologica ma riconosce tutta una serie di cause extracardiache (riassunte nella figura sottostante).

Come si evince, anche nell’ambito cardiologico, il sintomo “dolore toracico” può essere legato a patologie differenti, ma andiamo per step.

Il primo passo è quindi quello di effettuare una corretta anamnesi (storia clinica del paziente), atta a ricercare fattori di rischio cardiovascolari e patologie pregresse per poter stratificare il rischio del paziente e poter orientarsi verso una causa extracardiaca o cardiaca.

 

Tipologia e localizzazione del dolore

La figura sottostante mostra graficamente quali siano le zone di localizzazione tipica e meno tipica del dolore di origine ischemica cardiaca.

La tipologia del dolore ischemico è di tipo gravativo, costrittivo, come un peso sul torace, retrosternale più orientato a sinistra che spesso si irradia al giugulo, spalla e braccio sinistro. A volte si localizza all’epigastrio ed alla mandibila e più raramente all’emitorace destro.

Il dolore di una percardite/miocardite può dare una sintomatologia assolutamente sovrapponibile a quello ischemico ma solitamente si modifica con la posizione del torace e con gli atti del respiro. Inoltre in questo caso spesso il paziente racconta di un episodio febbrile/infiammatorio nei giorni precedenti.

Il dolore da dissezione aortica è invece trafittivo, come una pugnalata, migrante (ossia si sposta lungo il percorso dell’aorta a mano a mano che la dissezione progredisce).

dolori della stenosi aortica o spasmi coronarici spesso sono indistinguibili solo sulla base anamnestica ma necessitano di esami strumentali più approfonditi.

Sintomi di accompagnamento e circostanze in cui sorgono

Il passo successivo è indagare i sintomi di accompagnamento e le circostanze in cui insorgono:

  • sudorazione, sincope (svenimento), nausea e vomito possono far propendere per una causa cardiovascolare (infarto miocardico, stenosi aortica, dissezione etc).
  • Sensazione di bruciore, tosse stizzosa, dolore addominale, diarrea, sensazione metallica in bocca sono spesso associati a cause gastrointestinali.
  • Dispnea (affanno) desaturazione, modifiche con gli atti respiratori a cause polmonari.
  • Dolore alla digitopressione (quando il dolore si accentua toccando la zona interessata), modifiche con la postura, limitazione nei movimenti propendono per cause osteoarticolari.

Facciamo un esempio pratico per capire orientamento del medico di fronte ad un dolore toracico: Claudio è un ragazzo di 24 anni non presenta fattori di rischio cardiovascolare, non ha avuto episodi febbrili, il dolore è per lo più epigastrico e si associa ai pasti, più frequente nella posizione supina ed accompagnato da sensazione di bruciore retrosternale.

In tal caso è più probabile che si tratti solo di un disturbo gastrointestinale (reflusso gastroesofageo) o psicosomatico (stress emotivo) ma è poco probabile una causa cardiaca. Ovviamente la medicina, ed ancor meno la cardiologia, non sono scienze esatte per cui tutto è possibile ma statisticamente è poco probabile che un paziente, con queste caratteristiche, presenti un problema cardiovascolare.

Tutta altra storia quella di Marco un paziente di 50 anni. Familiarità per cardiopatia ischemica, ipercolesterolemia, fumatore. Dolore toracico con gli sforzi fisici, retrosternale, come un peso talvolta con sensazione di braccia pesanti. Sicuramente questo paziente ha un rischio cardiovascolare maggiore ed una sintomatologia più tipica e necessita sicuramente di esami di I livello come visita ed ECG e di secondo livello come ecocolordoppler cardiaco e test ergometrico che possono rivelare una componente ischemica.

 

I disturbi psicosomatici

Ansia, depressione, stress sono oggi diffusissime nella popolazione generale e spesso i pazienti somatizzano questi disturbi rendendo assolutamente difficile la diagnosi differenziale. In tali casi molto spesso è comunque utile eseguire esami di II livello per poter scartare almeno le cause cardiologiche che sono potenzialmente rischiose per la vita. Solo successivamente, indagare cause secondarie ed in ultima analisi ricorrere a consulenze psicologiche/psichiatriche per eventuali trattamenti farmacologici di tali disturbi.

Mi preme sottolineare, che oggi, forse troppo frequentemente si ricorre a tali trattamenti, talvolta senza i corretti approfondimenti e tale attitudine può determinare dipendenza da farmaci ansiolitici e/o antipsicotici che talvolta provoca non pochi effetti collaterali. 

Per orientarsi nel complesso mondo del dolore toracico occorre interrogare bene il paziente, visitarlo, porre molte domande sulle caratteristiche, sui sintomi di accompagnamento e sulle circostanze che lo provocano. 

Diagnosi dei disturbi cardiaci che determinano dolore toracico

Nei pazienti che riteniamo a medio-alto rischio è necessario effettuare uno screening cardiologico dapprima con visita cardiologica ed elettrocardiogramma. Con la visita si possono già riscontrare soffi caratteristici per disturbi valvolari (stenosi aortica), sfregamenti pericardici (pericardite) anomalie all’auscultazione del torace per cause polmonari.

L’ECG nel caso di dolore toracico acuto può mostrare le anomalie ischemiche tipiche dell’infarto, dell’ipertrofia ventricolare o altro che possono insospettire il clinico. Tuttavia appare importante sottolineare che se il dolore  toracico è improvviso e di rilevante entità occorre comunque effettuare un accesso in PS soprattutto se le caratteristiche sono tipiche in modo da poter effettuare dosaggio degli enzimi cardiaci. In una non trascurabile percentuale di casi infatti le sindromi coronariche acute (infarto del miocardio) possono presentarsi con ECG ed ecocolordoppler sostanzialmente normali ed essere rivelate solo dall’innalzamento degli enzimi cardiaci (troponina, CK MB, mioglobina).

Esami di II livello come ecocolordoppler cardiaco e test ergometirco possono essere eseguiti nei pazienti a medio e basso rischio, e non in corso di  sintomatologia, per slatentizzare eventuali stenosi coronariche (vedi sezioni dedicate). Se il paziente è già un noto paziente ischemico allora appaiono necessari esami più specifici come Tomoscintigrafia miocardica, ecostress ed eventualmente coroTC. Se il sospetto è di dissezione aortica è invece fondamentale eseguire un ANGIO-TC di urgenza.

Sulla base di queste informazioni e degli esami descritti solitamente il cardiologo clinico è in grado di stratificare il rischio cardiovascolare e di sospettare con buona percentuale di successo una delle patologie cardiache come pericardite/miocardite, stenosi aortica, cardiopatia ischemica, dissezione aortica.

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Competenza e esperienza nella diagnosi cardiologica elettrocardiografica ed ecocardiografica.

Riconoscimento di cardiopatia ischemica cronica;
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Dott. Luca Paolini



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