Cuore & donna: un binomio a volte pericoloso in menopausa

Cuore & donna: un binomio a volte pericoloso in menopausa

Cuore & donna: un binomio a volte pericoloso in menopausa

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Menopausa e cambiamenti cardiovascolari

La menopausa rappresenta una fase naturale che segna la fine del periodo fertile nella donna. È caratterizzata dalla cessazione delle mestruazioni e da una ridotta funzione ovarica, con l’assenza di produzione di follicoli ovarici e ridotta produzione di estrogeni. Questi ormoni hanno degli effetti benefici sul cuore e sui vasi, in quanto regolano la reattività vascolare, la pressione arteriosa, la funzione endoteliale e il rimodellamento cardiaco. Inoltre, gli estrogeni regolano anche il sistema immunitario.

Dopo la menopausa, possono comparire alcuni problemi associati all’apparato cardiovascolare, soprattutto lipertensione arteriosa sistemica, ma anche il diabete mellito di II tipo e l’ipercolesterolemia, che sono detti “fattori di rischio cardiovascolari” in quanto aumentano il rischio di infarto acuto del miocardio e di ictus cerebrali di tipo ischemici. Infatti, mentre queste patologie compaiono più precocemente nell’uomo (circa 10 anni prima), la loro prevalenza tra le donne aumenta dopo la menopausa, proprio perché viene a mancare l’effetto protettivo degli estrogeni.

Gli estrogeni proteggono l’endotelio, che è il tessuto che va a tappezzare la parete dei vasi sanguigni: con la menopausa, questo diviene disfunzionante e iniziano a comparire i primi sintomi come le vampate di calore, e talvolta anche dolori atipici del torace e dispnea da sforzo. Alcuni studi hanno dimostrato che le donne che hanno in menopausa dei sintomi maggiormente marcati, hanno un rischio di sviluppare patologie cardiache nei successivi 5-7 anni, maggiore di circa 2 volte rispetto alla popolazione generale.

Durante la menopausa, inoltre, i cambiamenti ormonali determinano l’aumento della massa grassa, soprattutto addominale, e una diminuzione della massa magra. Il tessuto adiposo viscerale, ossia quello che si trova intorno agli organi nella cavità addominale, produce numerose sostanze, tra cui citochine infiammatorie e fattori di crescita, che stimolano l’infiammazione e favoriscono l’insorgenza di aterosclerosi, di malattie cardiache e tumorali. Inoltre, queste sostanze causano un’alterazione della sensibilità all’insulina e di conseguenza favoriscono lo sviluppo di diabete mellito di II tipo.

La transizione alla menopausa si associa anche al cambiamento del profilo lipidico, con un incremento di circa il 10-15% dei livelli di colesterolo LDL, il cosiddetto “colesterolo cattivo” e dei trigliceridi e anche una diminuzione dei livelli di “colesterolo buono” HDL, che tipicamente nelle donne è più elevato rispetto agli uomini, grazie alla presenza di estrogeni.

Altri fattori associati ad aumento di rischio di sviluppare una cardiopatia ischemica o un infarto del miocardio sono: l’aver sviluppato durante una precedente gravidanza preeclampsia, la familiarità per cardiopatia ischemica, il fumo di sigaretta e la presenza di patologie autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico e l’artrite reumatoide.

 

Come proteggere il cuore dopo la menopausa

Il cuire andrebbe sempre protetto, sin da bambini e nel corso di tutta la vita, ma con il sopraggiungere della menopausa è necessario effettuare alcune valutazioni, innanzitutto sullo stile di vita e alcuni controlli.

  1. In primo luogo, l’abitudine al fumo di sigaretta, se non è già stato fatto prima, andrebbe abbandonata. Il fumo danneggia svariati apparati, come polmoni, cuore e determina irrigidimento delle pareti dei vasi contribuendo al deposito di placche nelle coronarie e nei vasi cerebrali, che sono le responsabili di infarti del miocardio e ictus. Da non dimenticare inoltre che il fumo accelera l’invecchiamento cellulare e della cute, rendendo la nostra pelle meno giovane e più grigia;
  2. Il controllo del peso corporeo: è fondamentale mantenere il peso ideale e cercare di non accumulare grasso viscerale, che come detto, produce numerose citochine infiammatorie. Per mantenersi in forma, bisogna seguire una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, legumi e pesce, poco sale (<5 g/giorno) ridurre al minimo il consumo di carne rossa e di sostanze grasse come formaggi. Inoltre, fondamentale è effettuare attività fisica: meglio uno sport completo di tipo aerobico, come il nuoto, ma se non è possibile, effettuare per lo meno mezz’ora di camminata veloce al giorno. Lo sport e le camminate all’aria aperta hanno anche un effetto benefico sui cambiamenti d’umore e sui sintomi depressivi, che spesso sono frequenti in questa fase della vita.
  3. Misurare la pressione arteriosa. L’ipertensione arteriosa spesso non da sintomi. Per questo motivo, anche se ci si sente in perfetta forma, dopo la menopausa va controllata periodicamente. I valori devono essere al di sotto di 140/90 mmHg. Se sono presenti più di tre misurazioni con valori maggiori è opportuno contattare il proprio medico curante, per valutare l’introduzione di un’eventuale terapia farmacologica.
  4. Effettuare esami ematochimici di controllo: oltre a quelli prescritti dal ginecologo, è importante valutare il profilo lipidico che consiste nel dosare i livelli di colesterolo LDL “colesterolo cattivo”, HDL “colesterolo buono” e dei trigliceridi. I livelli di colesterolo LDL, secondo le ultime linee guida europee, nella donna che non ha mai avuto patologie cardiovascolari o renali deve essere mantenuto al di sotto di 116 mg/dl.Non vanno considerati i valori di riferimento indicati dal laboratorio, in quanto nella maggioranza dei casi sono generici. I valori di LDL target vanno personalizzati in base alle patologie cardiovascolari preesistenti e il ruolo del cardiologo è anche quello di individuare la categoria di rischio ed indicare il valore di colesterolo LDL al quale bisogna puntare attraverso la dieta o con un’appropriata terapia ipolipemizzante.

    Per quanto riguarda il colesterolo HDL, maggiore sono i suoi livelli, e maggiore è il grado di protezione cardiovascolare. Ad oggi non esistono farmaci efficaci che vadano ad aumentare i livelli di colesterolo HDL e solo l’attività fisica e il consumo di frutta e verdura possono determinarne l’incremento.

trigliceridi devono essere mantenuti al di sotto di 150 mg/dl: questi lipidi aumentano nel sangue con il consumo di pasta, dolci ed alcolici. Pertanto, bisogna limitare l’introduzione di queste sostanze. Elevati livelli di trigliceridi possono anche aumentare il rischio di pancreatite acuta. Altri esami da effettuare, oltre alla funzione renale, a quella epatica sono l’acido urico e il dosaggio della vitamina D. Recenti ricerche hanno dimostrato come la carenza di vitamina D è associata, oltre che all’osteoporosi, anche ad un aumento delle malattie cardiache.

  1. Effettuare una visita cardiologica con elettrocardiogramma (ECG). Con l’ingresso in questa nuova fase, è importante valutare lo stato del cuore e capire in quale classe di rischio cardiovascolare si appartiene. Per questo motivo è fondamentale effettuare una visita dal cardiologo di fiducia, con l’esecuzione dell’ECG, che valuta l’attività elettrica cardiaca.

In questo modo, si potrà escludere la presenza di aritmie, come la fibrillazione atriale o la presenza di extrasistoli atriali e/o ventricolari. Sarà poi il cardiologo ad indicare eventuali altri esami di approfondimento. La visita cardiologica è fondamentale nel caso in cui si opterà per l’introduzione della terapia ormonale sostitutiva: in tal caso sarà anche il ginecologo a consigliarla!

 

Quali altre problematiche cardiache sono associate alla menopausa?

Spesso con la menopausa, si presentano ansia, depressione, disturbi del sonno. Questi disturbi possono essere accompagnati da risposte somatiche, come le palpitazioni, che spesso sono solo una percezione maggiore del proprio battito, accelerato in maniera non patologica, altre volte sono associate ad una patologia cardiaca. Per effettuare tale distinzione, è opportuno rivolgersi al cardiologo.

 

Per concludere, la menopausa rappresenta un’importante fase nella vita della donna, durante il quale è necessario preservare la propria salute e prevenire le patologie cardiache, in modo tale da vivere più serenamente le successive fasi della vita. Si tratta di un semplice investimento per godersi al meglio la fase “matura” della vita.

Per approfondire: cardiologia oggi

 

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Dott. Luca Paolini



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